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Sul film
Durante la seconda guerra mondiale, molti emigrati italo-canadesi vennero internati in campi di prigionia per paura del fascismo. Oscurate dalla vergogna, queste storie non sono mai state raccontate ma solo tramandate attraverso i nuclei famigliari. Solo recentemente la discussione sulle prime immigrazioni, ha portato alla luce queste storie. Mentre le donne e i bambini furono risparmiati, molti uomini vennero internati in vari campi allestiti in tutto il Canada, e per molte famiglie di origine italiana, queste storie sono diventate il simbolo di un’esperienza traumatica.
In quegli anni essere italiano non era cosa di cui potersi vantare. Come gli uomini vennero arrestati, le famiglie cominciarono ad assimilarsi alla società canadese per distanziarsi dalla loro eredità culturale. La prima cosa a cambiare fu la lingua: i bambini vennero incoraggiati dalle proprie madri a parlare in inglese, lasciando così una grande generazione di italo-canadesi privata della propria madre lingua.
Molti degli Italiani che furono internati sono ormai deceduti, ma le storie non sono ancora del tutto perse. IL CONFINO: una storia mai conclusa, vuole raccogliere queste storie visitando i campi di prigionia per fare luce su questi eventi. Attraverso vecchie foto, lettere, testimonianze e immagini locali, questi segreti nascosti per così tanto tempo vengono svelati.