Guido Nincheri  

Montreal, Quebec

Guido Nincheri, conosciuto in Canada come Michelangelo, arrivò in Canada con sua moglie Giulia Bandinelli nel 1914. Cominciò a lavorare disegnando vetrate policrome e affrescando chiese in Quebec, Ontario e nel nordovest degli Stati Uniti. L’internamento dell’artista fu legato all’affresco (ancora visibile) che lui dipinse nella Chiesa della Madonna della Difesa a Montreal. L’affresco rappresenta il Trattato Lateranense del 1929 tra lo Stato italiano e quello Vaticano che sanciva il Cattolicesimo come religione di stato. Nincheri ed i suoi assistenti vennero costretti dal parroco della Difesa ad includere Mussolini nella rappresentazione, e per paura di non essere pagati ad opera conclusa, fecero ciò che fu richiesto loro.

Giulia, la moglie di Guido, convinse le autorità canadesi che il parroco Padre Manfriani, obbligò gli artisti a produrre tale lavoro. A prova di ciò presentò loro gli schizzi originali che infatti non includevano il dittatore. Guido Nincheri rimase internato per alcuni mesi.

DIFFICILE PER NINCHERI

Nicola Doganieri

Montreal, Quebec

Nicola Doganieri era sposato con Francesca Granato e avevano 7 figli. Produceva e distribuiva candeggina oltre ad essere il direttore del giornale L’Operaio. Nicola partecipava agli incontri alla Casa d’Italia ed era solito aiutare al meglio la comunità italiana.

Il 10 giugno del 1940 la polizia invase la sua casa e lo arrestò. Per tre anni Francesca dovette tirare su da sola i suoi 7 figli, lavorando come donna delle pulizie e contando sulle donazioni di cibo della chiesa locale. Nel 1941 la sua figlia più piccola morì e al padre non fu permesso di partecipare al funerale. Fu rilasciato da Fredericton nel 1943.

Nicola Germano

Montreal, Quebec

Nicola Germano era un caparbio fascista e non si fece scrupoli quando emigrò in Canada per sostenere sua moglie ed i suoi figli che vivevano in Italia. Lavorava al Canadian Tube and Steel, sosteneva la Casa d’Italia locale e il dopolavoro ed era il fiduciario del fascio del suo quartiere di Montreal. Il 10 giugno del 1940 fu uno dei 600 uomini arrestati e trasferiti alla prigione di Petawawa. La sua famiglia in Italia non fu informata del suo arresto. Sua moglie si ammalò e morì mentre lui era internato. Venne rilasciato 3 anni dopo.

Alberto Boccini

Nanaimo, British Columbia

Alberto G. Boccini era nato in Italia a Firenze, sposato con Elfie Iussa con la quale ebbe due figli, Roger e Roland. Prima della seconda guerra mondiale, erano emigrati con Roland, lasciando Roger con i nonni paterni fino al 1949.

Nel 1938, Boccini aveva acquisito da Bruno Girardi la direzione del giornale filofascista L’Eco Italo-Canadese. Il giornale, che riceveva fondi dall’Italia attraverso il Viceconsole di Vancouver, il clero italiano e varie associazioni comunitarie, veniva distribuito in tutto il Canada occidentale.

Il giornale pubblicava notizie riguardanti le attività fasciste locali organizzate dal club, propaganda fascista e articoli che sostenevano la supremazia italiana. Il 10 giugno del 1940, Boccini fu arrestato ed internato prima a Kananaskis poi a Petawawa. Durante la prigionia si ammalò di tubercolosi e a causa di ciò, fu rilasciato. Morì entro due anni dalla diagnosi.

Antonio Rebaudengo

Calgary, Alberta

Antonio Rebaudengo, nato a Piozzo, in provincia di Cuneo, Piemonte, nel 1920 sposò Angelina Ceresero e un anno dopo nacque Mario. Antonio era un meccanico e Angelina era una venditrice e riparatrice di pellicce ed emigrarono in Canada per motivi politici. Antonio era un anticomunista e credeva che non sarebbe riuscito a trovare lavoro come meccanico senza unirsi al partito comunista o al movimento sindacale. Finanziato dal fratello, Antonio emigrò con la sua famiglia dall’Italia a Calgary, in Alberta. 

Antonio Rebaudengo rimase internato dal giugno del 1940, al 25 settembre del 1943. Passò da Kananaskis a Petawawa, fino a Fredericton e tutto questo è documentato in un suo diario ritrovato nel museo di Glenbow a Calgary, su cui lui scrisse della sua esperienza, dei suoi sentimenti e pensieri.